BIDE'
Ben col suo cavallo aveva viaggiato non poco per il mondo, e
ora era più o meno a metà della sua meta: voleva raggiungere
la vetta dell’Everest, piantare lì una tenda e aspettare di sentire
il canto degli dei.
Non era solo una leggenda per lui, quella che gli avevano narrato
e della quale si era innamorato: era una scommessa, poter
ascoltare nella notte sulla montagna più alta del mondo, il
luogo più vicino al cielo, il canto sommesso degli dei. La leggenda
diceva che chi avrebbe ascoltato questa musica divina
avrebbe ricevuto in dono la possibilità di cantare con loro: sì,
proprio con gli dei.
Era così partito in quella avventura tanto rischiosa ma anche
dalla meta tanto ambita; lo aveva fatto un po’ per orgoglio –
sarebbe stato il primo umano a vivere quell’esperienza – e un
po’ perché era stanco della solita vita piena di malinconia e di
monotonia.
Infine, avrebbe anche avuto la prova dell’esistenza di dio, e
questo non era cosa da poco.
Ora si trovava tra le dune del deserto, e col cavallo ansimante
procedeva a rilento; la sabbia che il vento sollevava confondeva
anche il loro procedere; a stento Ben riusciva a orientarsi in
quella nube che gli impediva di distinguere…
…là, in fondo, verso quella che doveva essere una duna, c’era
qualcosa…che cos’era?
Spronò il cavallo, che procedendo piano piano, con immensa
fatica, ondeggiando la criniera per terra ad ogni passo, come
per spazzar via gli ostacoli e annusare ciò a cui si avvicinava,
lo portò a raggiungere quel…
…Bidè?!...Che ci fa un bidè qui, in mezzo al deserto?
Ben saltò giù dal cavallo, e si avvicinò stupefatto a quell’oggetto
seminascosto nella sabbia della duna…lo prese con una
mano e lo tirò verso di sé, per accertarsi se davvero fosse……
un bidè?...Non è possibile!...Ma che senso ha averlo portato fin
qui, nel deserto?...
Si sedette tra il cavallo e il bidè, osservando ora l’uno, ora
l’altro, come a rendersi conto di ciò che aveva con sé e ciò
che aveva trovato; poi scrutò qualche attimo il bidè, e si disse:
sembra un mandolino!
Si mise di fianco al bidè, lo sollevò e se lo pose in grembo, poi
iniziò a immaginare di suonare il bidè come un mandolino…e
il bidè iniziò miracolosamente a suonare per davvero; il cavallo
si volse a Ben; e lui intonò una canzone al suo cavallo,
accompagnandosi col bidè. Era questo il canto degli dei, scesi
dal cielo nel bidè, per unirsi al sogno di quell’uomo che voleva
salire su da loro con un grande desiderio di amare.
E non fu cosa da poco per Ben aver avuto con il bidè anche la
prova dell’esistenza di Dio.
ora era più o meno a metà della sua meta: voleva raggiungere
la vetta dell’Everest, piantare lì una tenda e aspettare di sentire
il canto degli dei.
Non era solo una leggenda per lui, quella che gli avevano narrato
e della quale si era innamorato: era una scommessa, poter
ascoltare nella notte sulla montagna più alta del mondo, il
luogo più vicino al cielo, il canto sommesso degli dei. La leggenda
diceva che chi avrebbe ascoltato questa musica divina
avrebbe ricevuto in dono la possibilità di cantare con loro: sì,
proprio con gli dei.
Era così partito in quella avventura tanto rischiosa ma anche
dalla meta tanto ambita; lo aveva fatto un po’ per orgoglio –
sarebbe stato il primo umano a vivere quell’esperienza – e un
po’ perché era stanco della solita vita piena di malinconia e di
monotonia.
Infine, avrebbe anche avuto la prova dell’esistenza di dio, e
questo non era cosa da poco.
Ora si trovava tra le dune del deserto, e col cavallo ansimante
procedeva a rilento; la sabbia che il vento sollevava confondeva
anche il loro procedere; a stento Ben riusciva a orientarsi in
quella nube che gli impediva di distinguere…
…là, in fondo, verso quella che doveva essere una duna, c’era
qualcosa…che cos’era?
Spronò il cavallo, che procedendo piano piano, con immensa
fatica, ondeggiando la criniera per terra ad ogni passo, come
per spazzar via gli ostacoli e annusare ciò a cui si avvicinava,
lo portò a raggiungere quel…
…Bidè?!...Che ci fa un bidè qui, in mezzo al deserto?
Ben saltò giù dal cavallo, e si avvicinò stupefatto a quell’oggetto
seminascosto nella sabbia della duna…lo prese con una
mano e lo tirò verso di sé, per accertarsi se davvero fosse……
un bidè?...Non è possibile!...Ma che senso ha averlo portato fin
qui, nel deserto?...
Si sedette tra il cavallo e il bidè, osservando ora l’uno, ora
l’altro, come a rendersi conto di ciò che aveva con sé e ciò
che aveva trovato; poi scrutò qualche attimo il bidè, e si disse:
sembra un mandolino!
Si mise di fianco al bidè, lo sollevò e se lo pose in grembo, poi
iniziò a immaginare di suonare il bidè come un mandolino…e
il bidè iniziò miracolosamente a suonare per davvero; il cavallo
si volse a Ben; e lui intonò una canzone al suo cavallo,
accompagnandosi col bidè. Era questo il canto degli dei, scesi
dal cielo nel bidè, per unirsi al sogno di quell’uomo che voleva
salire su da loro con un grande desiderio di amare.
E non fu cosa da poco per Ben aver avuto con il bidè anche la
prova dell’esistenza di Dio.
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