HITTER

Nel deserto non c’è mai una strada, ma solo orme.
E basta un escremento di cammello per ritrovare la via giusta.
L’importante è non fidarsi delle parole, ma dei fatti, e i più
concreti possibili.
Proprio come gli escrementi del cammello.
A partire dai bisogni vai sempre sul sicuro, e da lì puoi risalire
il sentiero, ritrovare la via.
L’escremento del cammello ti richiama anche che: del doman
non v’è certezza; quindi, vivi ora, cogli adesso l’occasione,
prima che tutto – tu compreso – vada a finire nella fogna.
La città è piena di fogne, scarsa di orme.
Il deserto, viceversa.
Coglila subito questa strada, seguila al volo, perché il vento
disperderà la sabbia sulle orme, ed esse diverranno presto invisibili
per te, e tu resterai disperso.
Disperso in città, ma non nel deserto, se segui subito e ora le
sue orme, anche le più sgraziate.
Ogni via nel deserto non ti lascia a riposare nella via, ma ti
dice: vai via, procedi!
Nella città le vie spesso sono a fondo chiuso; qui, nel deserto,
non c’è mai il fondo. Le vie del deserto sono in continua mutazione,
quelle della città sono solo situazione.
Il provvisorio della città è paura e timore, senza più speranza;
il provvisorio del deserto è provvidenza, e guardare al di là di
ogni evidenza.
La via della città è evidenza e chiarezza, sicurezza e garanzia;
quella del deserto è sogno, progetto, avventura e fantasia.
Quale stai percorrendo ora tu?
La città è statica, ferma e assoluta; il deserto invece ti viene
incontro, si fa via per te, si relativizza, diventa quasi immondizia
che apparentemente non serve a niente, ma che tu puoi
riciclare, investire in altro modo, con un diverso spirito.
L’itinerario della città è una mappa, dove ogni cosa è già supposta;
il deserto è una proposta, un invito, una scommessa…
Una prova d’amore, per chi vuole.

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