LUX CERTULA
“E tu, signorina, cosa farai da grande?”.
“Farò la Cocco Drilla: farò ancora più luce certa di quella che
adesso certa appare incerta”.
Nel deserto far l’amore genera vita, una piccola luce certa di
vita, mi disse la lux certula, scodinzolando come un cagnolino
che fa festa al suo padrone. E così, nel deserto c’è anche festa,
scodinzolìo vivace e brioso. Nel deserto la vita piccola appare
più preziosa, e non solo certa, ma sicura e essenziale, proprio
perché appare più nitidamente che non altrove, nel caos della
città dove non la si scorge ormai più.
“E quando sarai Cocco Drilla, che farai?”.
“Gusterò il dolce latte delle noci di cocco e ballerò col mandrillo
nella sala più grande del mondo: questo deserto”.
Il deserto, già, questo palcoscenico ambito dalle luci certe e
dal nettare del cocco, ritrovo degli artisti e pub della gioventù
del futuro: oggi piccola luce, ma un giorno lux certula, anzi:
Cocco Drilla.
E solo allora vidi il pericolo e la paura trasformarsi in occasioni
e coraggio, le ferite delle cadute nel cammino in feritoie
dalle quali intravedere oltre il limite del proprio corpo.
Ferite che vedi nel cuore, feritoie che vedono dal cuore.
“Signorina Lux Certula, ma dove c’è un po’ d’acqua da bere?...
Ho sete...!”
“Abbraccia l’umidità, perché qui non ci sono le tue fontane:
qui c’è l’acqua universale.
E sotto le mie squame conservo le sue preziose gocce, come
quelle della rugiada, come sotto le ali dell’avvoltoio che là in
alto ora ti sta mirando e rimirando in prova d’assaggio. Bevi,
o morirai di sete!
Ma se ancora non ce la fai, vai laggiù e spezza quella foglia
di cactus amico del coccus, e lui farà sgorgare la sua bevanda
per te”.
Spezzò il pane, e ne uscì il sangue! – e solo qui intravidi il
miracolo della santa evangelica cena… – e compresi anche
perché quel Lux Ciferus Cruciferus si ritirò nel sacrarium di
questo deserto.
“Che aspetti? – mi richiamò la Lux Certula – Nel deserto non
c’è il dessert, riprenditi lo zaino corporale e avvia il motore
spirituale se vuoi gareggiare con me… Vediamo chi arriva primo
laggiù, a quell’oasi davanti a noi... Al primo che arriva, in
premio, un miraggio!”.
“E all’altro...?”
“L’amore del deserto”.
“Farò la Cocco Drilla: farò ancora più luce certa di quella che
adesso certa appare incerta”.
Nel deserto far l’amore genera vita, una piccola luce certa di
vita, mi disse la lux certula, scodinzolando come un cagnolino
che fa festa al suo padrone. E così, nel deserto c’è anche festa,
scodinzolìo vivace e brioso. Nel deserto la vita piccola appare
più preziosa, e non solo certa, ma sicura e essenziale, proprio
perché appare più nitidamente che non altrove, nel caos della
città dove non la si scorge ormai più.
“E quando sarai Cocco Drilla, che farai?”.
“Gusterò il dolce latte delle noci di cocco e ballerò col mandrillo
nella sala più grande del mondo: questo deserto”.
Il deserto, già, questo palcoscenico ambito dalle luci certe e
dal nettare del cocco, ritrovo degli artisti e pub della gioventù
del futuro: oggi piccola luce, ma un giorno lux certula, anzi:
Cocco Drilla.
E solo allora vidi il pericolo e la paura trasformarsi in occasioni
e coraggio, le ferite delle cadute nel cammino in feritoie
dalle quali intravedere oltre il limite del proprio corpo.
Ferite che vedi nel cuore, feritoie che vedono dal cuore.
“Signorina Lux Certula, ma dove c’è un po’ d’acqua da bere?...
Ho sete...!”
“Abbraccia l’umidità, perché qui non ci sono le tue fontane:
qui c’è l’acqua universale.
E sotto le mie squame conservo le sue preziose gocce, come
quelle della rugiada, come sotto le ali dell’avvoltoio che là in
alto ora ti sta mirando e rimirando in prova d’assaggio. Bevi,
o morirai di sete!
Ma se ancora non ce la fai, vai laggiù e spezza quella foglia
di cactus amico del coccus, e lui farà sgorgare la sua bevanda
per te”.
Spezzò il pane, e ne uscì il sangue! – e solo qui intravidi il
miracolo della santa evangelica cena… – e compresi anche
perché quel Lux Ciferus Cruciferus si ritirò nel sacrarium di
questo deserto.
“Che aspetti? – mi richiamò la Lux Certula – Nel deserto non
c’è il dessert, riprenditi lo zaino corporale e avvia il motore
spirituale se vuoi gareggiare con me… Vediamo chi arriva primo
laggiù, a quell’oasi davanti a noi... Al primo che arriva, in
premio, un miraggio!”.
“E all’altro...?”
“L’amore del deserto”.
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