SAX
Nel caos della città quanti rumori più o meno assordanti, freddi
e a volte anche incomprensibili!
Nel deserto vige una musica continua, gradevole e coinvolgente,
che accompagna il vento e si infila come nascondendosi tra
le dune.
E chi sta suonando?
E’ Sax, il sasso che suona il Jazz.
Il vento gli passa sopra, e in quell’aridità prende vita il suono,
ora lieve, ora più limpido e squillante; con la brezza della sera
Sax fa la sua romantica serenata a tutto il mondo del deserto,
invitando a sognare, a guardare e sentire lontano, sempre più
lontano.
La musica Jazz eseguita da Sax è fatta di semplici note, che
eseguite magicamente e maestralmente scendono nella sabbia
del deserto come il sassolino che è gettato nello specchio d’acqua
di un lago in calma, producendo onde che si espandono
all’infinito. Così è in questo caso: la morbida coltre di sabbia
rischiarata appena appena dalla dolcezza della luce della luna
sembra proprio una distesa d’acqua calma, in attesa che le note
di Sax cadano da quel cielo stellato.
E la musica va alle stelle…
…Anche in città, ma si tratta solo di volume esageratamente
alto, in questo caso.
Qui si tratta invece di tonalità, di brillantezza e di vivacità.
Anche in città si fanno volare le pietre, ma solo per la violenza;
nel deserto, il sasso Sax vola insieme alle sue note, quasi
accompagnandole verso l’alto per poi farle scendere in dono
verso il basso, dove spesso rimbalzano come bolle di sapone
tra le foglie delle palme, che se le giocano in questo concerto
di serenità.
In città si fa la musica; nel deserto, la musica si fa da sé, come
una musa.
Ogni sasso dell’universo contiene un’energia che puoi incon62
trare, sentire, alla quale puoi quasi parlare, e che potresti anche
vedere.
Occorre lasciare però l’ottica della città, l’esame dell’oggetto
in oggetto; solo lo sguardo del deserto fa brillare quell’energia
e te la fa gustare, reperire, incontrare.
Allora anche il sasso più inutile esprime il meglio di sé, come
il deserto gli da l’occasione di poter vivere; per quel sasso di
nome Sax, il destino volle che amasse il Jazz, e lo trasmettesse
al mondo del deserto, rivestendo così ogni duna dell’amore
con cui lui suona.
e a volte anche incomprensibili!
Nel deserto vige una musica continua, gradevole e coinvolgente,
che accompagna il vento e si infila come nascondendosi tra
le dune.
E chi sta suonando?
E’ Sax, il sasso che suona il Jazz.
Il vento gli passa sopra, e in quell’aridità prende vita il suono,
ora lieve, ora più limpido e squillante; con la brezza della sera
Sax fa la sua romantica serenata a tutto il mondo del deserto,
invitando a sognare, a guardare e sentire lontano, sempre più
lontano.
La musica Jazz eseguita da Sax è fatta di semplici note, che
eseguite magicamente e maestralmente scendono nella sabbia
del deserto come il sassolino che è gettato nello specchio d’acqua
di un lago in calma, producendo onde che si espandono
all’infinito. Così è in questo caso: la morbida coltre di sabbia
rischiarata appena appena dalla dolcezza della luce della luna
sembra proprio una distesa d’acqua calma, in attesa che le note
di Sax cadano da quel cielo stellato.
E la musica va alle stelle…
…Anche in città, ma si tratta solo di volume esageratamente
alto, in questo caso.
Qui si tratta invece di tonalità, di brillantezza e di vivacità.
Anche in città si fanno volare le pietre, ma solo per la violenza;
nel deserto, il sasso Sax vola insieme alle sue note, quasi
accompagnandole verso l’alto per poi farle scendere in dono
verso il basso, dove spesso rimbalzano come bolle di sapone
tra le foglie delle palme, che se le giocano in questo concerto
di serenità.
In città si fa la musica; nel deserto, la musica si fa da sé, come
una musa.
Ogni sasso dell’universo contiene un’energia che puoi incon62
trare, sentire, alla quale puoi quasi parlare, e che potresti anche
vedere.
Occorre lasciare però l’ottica della città, l’esame dell’oggetto
in oggetto; solo lo sguardo del deserto fa brillare quell’energia
e te la fa gustare, reperire, incontrare.
Allora anche il sasso più inutile esprime il meglio di sé, come
il deserto gli da l’occasione di poter vivere; per quel sasso di
nome Sax, il destino volle che amasse il Jazz, e lo trasmettesse
al mondo del deserto, rivestendo così ogni duna dell’amore
con cui lui suona.
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