SLURP

Nel deserto, se è vero che manca l’acqua, non manca certo
l’acquolina.
Anzi, quest’ultima cresce con il decrescere dell’acqua, grazie
soppratutto ai miraggi.
Quello che nella città puoi gustare, assaporare, degustare viene
meno.
Ma viene meno anche l’occasione di sprecare, come avviene
spesso invece in città.
C’è come una fontana del desiderio, che fattasi miraggio nel
deserto, ti crea l’acquolina del cercare, del bramare, del trovare,
del considerare preziosa, preziosissima anche solo una goccia
d’acqua; che invece, in città, neppure vien più considerata.
La fontana della città, con la sua acqua, può anche dissetare,
ma lo fa sempre più isolando le persone: ognuno beve per sé
e da sé.
La fontana nel deserto, fosse anche un miraggio, raccoglie il
villaggio attorno a sé, fa cercare insieme, insieme fa trovare,
insieme mette in cammino.
Nella città l’acqua è già lì.
Nel deserto l’acqua è una conquista.
L’acqua della città muove solo la bocca; quella nel deserto
muove tutto di te e tutti attorno a te.
Nella città la fontana è diversa da te, altro da te: un oggetto, e
basta. Nel deserto tu ti assimili alla fontana; effondi, in fin dei
conti, nella ricerca di essa, tutto di te: anima e corpo. La fontana,
qui, sei tu che fai scaturire da te la sete di verità, di giustizia
e di pace: l’acqua spirituale che si effonde dalla sete morale.
La fontana spirituale…
Sono rimasto tutto il pomeriggio all’ombra della gobba del
mio cammello a fare le parole crociate; mi sono allenato nella
mente a trovare la parola giusta, a far uscire il meglio tra le
tante parole. Io e il cammello eravamo come una fontana di
parole, spillate preziosamente e alle quali ci dissetavamo con
serenità, in quel gioioso passatempo. In verità, ne ha indovinate
più lui di me; ma poco importa chi, ci siamo divertiti e
rasserenati. Direi quasi rinfrescati, anche se non c’era alcuna
fonte d’acqua in quel momento. Un po’ di acqua prima o poi
la troviamo; qui, intanto, ci siamo ritrovati a rilassarci insieme,
a godere di questa tranquillità del silenzio, della brezza,
del profumo emanato dalla sabbia che ci accarezzava come a
suggerirci la parola giusta. E in questo gioco di parole abbiamo
sentito e gustato l’amore del deserto che si è fatto sempre più,
in noi, sorgente di acqua viva.

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