STAR
La stella finì alla fine per fare il brodo, e dal cielo cadde giù,
nell’acqua della pentola. Star lassù e star lì era tutta un’altra
cosa! Certo, consumarsi per dar sapore, era anche una giusta
causa; ma quel che non c’era di giusto, in quel trapasso dal cielo
alla terra, era il fatto di esser finita lì solo per una questione
commerciale, terra terra.
Nell’alto dei cieli non c’è consumo, né produzione né promozione
né qualità: la stella è quello che è, e solo così brilla veramente
e incita a brillare anche chi la guarda.
Per quanto poi riguarda la qualità, lì sotto c’è tutta apparenza:
noi qui siamo le vere stars, non quelle modelle truccate
e quegli attori che si propongono di far vedere a tutti la loro
qualità…effimera!
Star su, e star giù.
Stesso dire, fare, baciare, lettera…ma con una prospettiva ben
diversa!
Per essere stelle non occorre essere belle: occorre brillare, pulsare
di luce, e non di luce propria orgogliosa e prepotente, ma
luce riflessa, donataci, effusa su di noi, al dì là di quello che
siamo in noi stesse. Misurare il chiaror delle stelle sulla loro
bravura significa solo volerle offuscare con l’ottica del proprio
sguardo. E se guardi dalla città una stella, la rendi subito succube
del vivere in città: la rendi residente, ne fai una cittadina
e non più una realtà del cielo.
Se la osservi dal deserto, saprai contemplarla e rispettarla per
quello che è e dove è, senza trascinarla presso di te, per i tuoi
scopi e assuefandola ai tuoi schemi e interessi.
La città si appiccica le stelle per illudersi di elevare il suo livello
di qualità: sul petto dello sceriffo, sulle spalline dei soldati,
sulle bandiere, sui salami per garantirli come prodotto di qualità;
ma le stelle diventano solo, in questo modo, luci della città.
Solo una volta le stelle sono scese, in dono, su una fanciulla
ebrea…ella stava a contemplarle, ed esse le hanno fatto da corona,
riconoscendola regina del deserto.
Solo contemplando dal deserto le stelle esse ci verranno date
in pegno e come segno della nostra buona sorte.
Ogni star che si innalza dalla città oscura le stelle,
Ogni stella che scende nel deserto fa diventare star anche la
gobba del cammello.
Perché la stella fa brillare non soprattutto sé, ma quel deserto
che in te amore si fa.
nell’acqua della pentola. Star lassù e star lì era tutta un’altra
cosa! Certo, consumarsi per dar sapore, era anche una giusta
causa; ma quel che non c’era di giusto, in quel trapasso dal cielo
alla terra, era il fatto di esser finita lì solo per una questione
commerciale, terra terra.
Nell’alto dei cieli non c’è consumo, né produzione né promozione
né qualità: la stella è quello che è, e solo così brilla veramente
e incita a brillare anche chi la guarda.
Per quanto poi riguarda la qualità, lì sotto c’è tutta apparenza:
noi qui siamo le vere stars, non quelle modelle truccate
e quegli attori che si propongono di far vedere a tutti la loro
qualità…effimera!
Star su, e star giù.
Stesso dire, fare, baciare, lettera…ma con una prospettiva ben
diversa!
Per essere stelle non occorre essere belle: occorre brillare, pulsare
di luce, e non di luce propria orgogliosa e prepotente, ma
luce riflessa, donataci, effusa su di noi, al dì là di quello che
siamo in noi stesse. Misurare il chiaror delle stelle sulla loro
bravura significa solo volerle offuscare con l’ottica del proprio
sguardo. E se guardi dalla città una stella, la rendi subito succube
del vivere in città: la rendi residente, ne fai una cittadina
e non più una realtà del cielo.
Se la osservi dal deserto, saprai contemplarla e rispettarla per
quello che è e dove è, senza trascinarla presso di te, per i tuoi
scopi e assuefandola ai tuoi schemi e interessi.
La città si appiccica le stelle per illudersi di elevare il suo livello
di qualità: sul petto dello sceriffo, sulle spalline dei soldati,
sulle bandiere, sui salami per garantirli come prodotto di qualità;
ma le stelle diventano solo, in questo modo, luci della città.
Solo una volta le stelle sono scese, in dono, su una fanciulla
ebrea…ella stava a contemplarle, ed esse le hanno fatto da corona,
riconoscendola regina del deserto.
Solo contemplando dal deserto le stelle esse ci verranno date
in pegno e come segno della nostra buona sorte.
Ogni star che si innalza dalla città oscura le stelle,
Ogni stella che scende nel deserto fa diventare star anche la
gobba del cammello.
Perché la stella fa brillare non soprattutto sé, ma quel deserto
che in te amore si fa.
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