THE

Senza un the nel deserto non ci si sta.
Ci si può andare, ma ne gusti la totalità e l’essenza solo con la
bustina del the.
L’infuso del the ti fa entrare dentro di sé, e ti fa essere fuso con
l’infuso, senza abuso.
Tutto in equilibrio, in serenità, in agiatezza, in armonia, in simbiosi,
in amorevolezza.
L’infuso del the del deserto ti fa essere te stesso anche nel momento
più incerto.
Godi, rilassati, lasciati rincuorare e ammaliare da questa situazione
del the fatto per te.
La sosta del the è l’autogrill del deserto, pausa nel cammino
del procedere, necessaria.
Senza the tu non sei più te, e al di là di te non vedi altro che te;
il the ti fa vedere il mondo.
Nel deserto la forza non è l’agire, come in città; qui la potenza
vera giace nella sosta.
La pausa nella città fa paura, nel deserto dà il tono alla vera
premura, di cui occuparsi.
Nel deserto il the non è solo bevanda, ma è il calumet della
pace: con sé e con tutti e tutto.
Nella città si tende a teorizzare; nel deserto si conclude sempre
nel theizzare: concretizzare la tua idea nel the, per te e per tutti,
nella condivisione e nella comunione.
Interagire, nella città; intheragire, nel deserto.
Il the ti permette di essere te, se lo vuoi.
Anche il più potente nel deserto non va via da te senza prendere
il the, perché solo così sa che tu sei te e lui è sè con te, senza
ipocrisia, baro alcuno e tradimento, né travisamento.
Il caffè non è così potente: è più prepotente, evanescente, sfug-
gente da te, ti giustifica sempre e subito, ti mette in gioco solo
in apparenza, non ti permette di sedere veramente, ma solo di
soprassedere; va bene solo per la città, non certo per il deserto
e la sua gente.
Mostra te con il the,
e vedremo ciò che c’è e ciò che non c’è;
solo così potremo contare fino in fondo su di te,
solo quando avremo insieme raggiunto il fondo del the.
Il deserto ci mostrerà con il the ciò che c’è in verità dentro di te,
e ciò che non è in te, finirà in spazzatura con la bustina del the.

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