TRAK
Si era fermata alla stazione di servizio per far gasolio, ma poi
la tentazione del gratta e vinci era prevalsa; e così, in attesa del
pieno, aveva acquistato tre di quelle possibilità per la vincita;
ma non aveva vinto niente. Accidenti! Possibile non vincere!
E così, altri tre grattini, e altre tre fumate nere. A proposito di
fumate, ecco, ecco, devo anche acquistare le sigarette.
“Due pacchetti senza filtro…e mi dia ancora tre gratta e vinci!”
E stavolta vinse!
Sì, vinse un euro, e quella moneta le parve la vincita del secolo,
e ne fu tanto rallegrata che con quell’euro fece un ultimo
investimento…
“Mi dia un gratta e vinci…uno da uno…!”
Ma non le arrise la sorte, e il trauma fu tale che acquistò una
stecca di sigarette senza filtro, un pacchetto di brioches da
mordi e fuggi, e due lattine di birra. Poi risalì in auto e riprese
la corsa verso il cuore del deserto.
Che sensazione di leggera follia, poter andare a tutta birra sulla
strada nascosta dalla sabbia che, vista dallo specchietto retrovisore,
si innalzava come una nube atomica e riempiva Trak
della sensazione del potere (anche se lì non c’era nessuno da
comandare), del comando (anche se i comandi che poteva dare
erano solo quelli al cambio del motore), del piacere…e qui
afferrò con la mano destra la lattina di birra, la stappò e se la
scolò tutta d’un fiato; gettò il vuoto dal finestrino, poi la mano
passò alla consolle dell’autoradio, e il volume fu al massimo,
con il tempo della musica contrassegnato dai bassi che facevano
vibrare tutta la carrozzeria; aperto il pacco delle sigarette,
ne accese una e se la fumò, e poi subito un’altra, e un’altra
ancora… e il fumo delle sigarette dal finestrino si mescolò con
quello della nube di sabbia…e via, col vento, come il vento.
E così, Trak aveva gettato tutto quanto al vento…non gli rimase
più nulla; ma non tanto delle cose materiali, ma nulla di
senso, nulla di serenità, nulla della serenità…
Ed ora, eccola lì, accovacciata triste accanto al falò di quella
sera, in compagnia del cammello, del mandrillo, dello scorpione
e dell’avvoltoio, a sfogarsi raccontando la sua storia, attingendo
a quel fuoco un po’ di consolazione, di amicizia, una
goccia di amore, un po’ di senso e di consenso.
Questo è il deserto, nel buio delle città: il ritrovarsi senza niente
di fatto, senza aver fatto niente di preciso, senza un senso,
come in vicolo buio di periferia, tra le spazzature…
Ma qui nel deserto basta poco per ritrovare quello che hai perso
e per ripensare a quello in cui ti sei perso; e attorno a quel
falò si riaccendono le occasioni per amare, ma soprattutto per
sentirsi amata, anche per Trak, la cavalletta rientrata dalla disavventura
della città.
la tentazione del gratta e vinci era prevalsa; e così, in attesa del
pieno, aveva acquistato tre di quelle possibilità per la vincita;
ma non aveva vinto niente. Accidenti! Possibile non vincere!
E così, altri tre grattini, e altre tre fumate nere. A proposito di
fumate, ecco, ecco, devo anche acquistare le sigarette.
“Due pacchetti senza filtro…e mi dia ancora tre gratta e vinci!”
E stavolta vinse!
Sì, vinse un euro, e quella moneta le parve la vincita del secolo,
e ne fu tanto rallegrata che con quell’euro fece un ultimo
investimento…
“Mi dia un gratta e vinci…uno da uno…!”
Ma non le arrise la sorte, e il trauma fu tale che acquistò una
stecca di sigarette senza filtro, un pacchetto di brioches da
mordi e fuggi, e due lattine di birra. Poi risalì in auto e riprese
la corsa verso il cuore del deserto.
Che sensazione di leggera follia, poter andare a tutta birra sulla
strada nascosta dalla sabbia che, vista dallo specchietto retrovisore,
si innalzava come una nube atomica e riempiva Trak
della sensazione del potere (anche se lì non c’era nessuno da
comandare), del comando (anche se i comandi che poteva dare
erano solo quelli al cambio del motore), del piacere…e qui
afferrò con la mano destra la lattina di birra, la stappò e se la
scolò tutta d’un fiato; gettò il vuoto dal finestrino, poi la mano
passò alla consolle dell’autoradio, e il volume fu al massimo,
con il tempo della musica contrassegnato dai bassi che facevano
vibrare tutta la carrozzeria; aperto il pacco delle sigarette,
ne accese una e se la fumò, e poi subito un’altra, e un’altra
ancora… e il fumo delle sigarette dal finestrino si mescolò con
quello della nube di sabbia…e via, col vento, come il vento.
E così, Trak aveva gettato tutto quanto al vento…non gli rimase
più nulla; ma non tanto delle cose materiali, ma nulla di
senso, nulla di serenità, nulla della serenità…
Ed ora, eccola lì, accovacciata triste accanto al falò di quella
sera, in compagnia del cammello, del mandrillo, dello scorpione
e dell’avvoltoio, a sfogarsi raccontando la sua storia, attingendo
a quel fuoco un po’ di consolazione, di amicizia, una
goccia di amore, un po’ di senso e di consenso.
Questo è il deserto, nel buio delle città: il ritrovarsi senza niente
di fatto, senza aver fatto niente di preciso, senza un senso,
come in vicolo buio di periferia, tra le spazzature…
Ma qui nel deserto basta poco per ritrovare quello che hai perso
e per ripensare a quello in cui ti sei perso; e attorno a quel
falò si riaccendono le occasioni per amare, ma soprattutto per
sentirsi amata, anche per Trak, la cavalletta rientrata dalla disavventura
della città.
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